FUOCOAMMARE SENZA FINE
2016
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FUOCOAMMARE SENZA FINE
Date: 18/04/2016
ARTE | CULTURA | SPETTACOLO
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FUOCOAMMARE SENZA FINE di Daniela d'Isa
ROSI AWARDED FROM TREVIGNANO FILMFEST AFTER THE GOLDEN LION IN VENICE AND THE GOLDEN BEAR IN BERLIN di/ by Daniela d'Isa
E' un cinema di immagini, sensazioni e stati d'animo quello di Gianfranco Rosi, nato in Eritrea nel 1964 e vissuto a lungo negli Stati Uniti e in Italia, tanto da avere il passaporto italiano e quello statunitense. Un cinema di rumori , dove le parole sono poche e la musica entra,talvolta, in punta di piedi.
Il suo è un cinema pieno di premi, basti citare il Leone d'Oro alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia nel 2013, con quel Sacro GRA per cui ha girato tre lunghi anni tutto ciò che accadeva ai confini del Grande Raccordo Anulare di Roma o
quest'anno l'Orso d'Oro a Berlino con Fuocoammare , frutto di un anno intero trascorso a Lampedusa e sulle navi che raccolgono disperati brandelli d'umanità che fuggono da guerre e persecuzioni. Ma è anche un cinema che non ha vita semplice nella distribuzione, come ha sottolineato a Roma nel Complesso Monumentale di San Salvatore in Lauro lo scorso 21 aprile il critico cinematografico Fabio Ferzetti, animatore con Corrado Giustiniani di un piccolo, ma importante Festival, il Trevignano FilmFest, che da quattro anni in settembre riunisce nella bella località sul lago il meglio del cinema italiano e non, scegliendo un tema sociale: la scuola, la crisi del lavoro , le migrazioni, le “visioni divine”- il cinema e le religioni.
Il Trevignano FilmFest ha voluto premiare Gianfranco Rosi nella persona di uno dei suoi inventori, Fabio Palma, proprietario dell'omonimo cinema, definito da Giuseppe Tornatore, “una copia vera del mio fantastico Nuovo Cinema Paradiso”. Rosi era accompagnato da quella splendida persona che è il dottor Bartolo da 25 anni al soccorso dei naufraghi, con 1.000 ispezioni di cadaveri compiute troppo spesso su bambini o donne incinte, perchè stuprate nei lunghi viaggi della speranza, ma che non ce l'hanno fatta.
“Speravo con questo premio portato a Bruxelles- ha detto Bartolo sconfortato- che noi ce l'avessimo fatta, ma non è così. L'Austria vuole costruire il muro, altri mettono le reti, non c'è pace per questi nostri fratelli”.
In tempo di guerra si sparava in mare, ma oggi la tragedia continua e il Fuocoammare è senza fine. Noi di Good in Italy abbiamo chiesto a Rosi se ha introdotto nel suo film la storia del bambino Samuele per smorzare con la poesia (Samuele che soffre il mare, che gioca con la fionda, che osserva la natura e un uccellino..) una sofferenza troppo grande per lo spettatore (rimangono nel cuore le immagini e il silenzio irreale davanti alle salme dei migranti, dove anche il mare è immobile). Ci ha confermato:
“Esattamente, è così ho girato la vita di Samuele per un anno intero, il suo incontro con Bartolo, i racconti della nonna sulle battaglie in mare in tempo di guerra. E' venuto tutto da solo”. Una sceneggiatura non scritta quindi, un cinema cui nessuno deve voltare la faccia.
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